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INVESTIGAZIONI SULL'ASSENTEISMO DEI DIPENDENTI


Il fenomeno dell'assenteismo dei dipendenti è divenuto una piaga che  altera, talora in modo estremamente nocivo, gli indicatori di produttività in seno alle imprese e agli enti pubblici.

Il fenomeno che interessa ovviamente una minoranza delle risorse umane presenti nelle imprese, tuttavia funge da elemento negativo che rischia di destabilizzare gli equilibri di gestione e, innanzitutto, sortisce effetti economici negativi ai danni dell'impresa. Per queste ragioni è divenuto fondamentale arginare gli episodi di assenteismo e proteggere gli interessi aziendali sostenendo le azioni giudiziali con adeguati apparati probatori. 

 

investigazioni assenteismo dipendenti


SIGENT Investigazioni e Sicurezza
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Mobile 24h: 375/5400661 - 335/1332223
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LE TIPOLOGIE DI INTERVENTO

 

FOCUS ASSENTEISMO DIPENDENTI

Leggi approfondimento

aggiornamento

INVESTIGAZIONI PER MALATTIA​

L'assenteismo per uno stato di malattia simulata è una casistica dominante che afflige la produttività aziendale. 

L'attuale assetto normativo consente al dipendente di non dover comunicare all'impresa la tipologia di malattia e non vi è l'abbligo di inviare in azienda la certificazione medica. 

Questo perché l'aspetto contributivo e previdenziale è ad appannaggio normalmente dell'INPS che provvede per suo conto o su sollecito dell'impresa ad eseguire accertamenti attraverso le cosiddette visite fiscali. 

​Tuttavia ciò non impatta sul danno di produttività che subisce l'impresa. Le investigazioni sull'assenteismo per malattia sono calibrate ad accertare che il dipendente simuli lo stato di malattia. 

ASSENTEISMO PER MALATTIA
ASSENTEISMO PER INFORTUNIO

INVESTIGAZIONI PER INFORTUNIO

Nei casi di assenteismo per infortunio gli ostacoli propedeutici all'azione investigativa sono solitamente di minore entità in quanto il motivo dell'infortunio è normalmente noto all'azienda e quindi l'azione degli investigatori è già dall'inizio mirata con precisione a dimostrare la situazione di simulazione ai danni dell'impresa e degli enti previdenziali. 

INVESTIGAZIONI LEGGE 104

I casi di uso scorretto se non di vero e proprio abuso delle agevolazioni previste in base alla Legge 104, per fornire assistenza ai famigliari, possono create distorsioni nel normnale flusso dell'attività di impresa, soprattutto laddove l'utilizzo distorto di questi strumenti sia estremamente diffuso tra le risorse umane aziendali. Le investigazioni sull'uso scorretto dei permessi 104 vengono eseguite con scrupolo e conoscenza delle dinamiche anche giurisprudenziali costantemente monitorate.  

ASSENTEISMO LEGGE 104

COSTI E TEMPI DELLE INVESTIGAZIONI CONTRO L'ASSENTEISMO

Gli interventi per le investigazioni contro l'assenteismo  oscillano normnalmente tra i 4 ei 6 giorni lavorativi con un impegno di spesa variabile tra i 2.000 e i 4.000 euro 

 

COME OPERIAMO NELLE INVESTIGAZIONI PER ASSENTEISMO DIPENDENTI

La nostra agenzia investigativa utilizza investigatori privati autorizzati coordinati dall'investigatore privato titolare della licenza prefettizia. 

Ogni investigazione privata contro l'assenteismo dei dipendenti viene gestita da personale altamente qualificato con adeguata preparazione tecnica investigativa e conoscenze giuridiche sufficienti ad orientare le azioni di indagine al fine di conseguire i target specifici necessari a comporre un adeguato apparato probatorio. 

Alla fine di ogni incarico viene rilasciata una informativa finale, un completo rapporto investigativo, rendicontativo delle attività investigative espletate e corredato di elementi video, fotografici e documentali, ammissibili in giudizio.

Oltre ad operare sinergicamente con l'azienda committente e con la struttura legale di suo riferimento, possiamo contribuire attivamente con una testimonianza, sovente decisiva, anche durabte lo svolgimento della causa in sede di processo.

 

COME AFFIDARCI UN INCARICO INVESTIGATIVO CONTRO L'ASSENTEISMO DEI DIPENDENTI

E' possibile contattare Sigent  numeri mobili 24h  375/5400661 o 335/133223, ovvero formulando una richiesta di preventivo all'indirizzo email info@sigentsicurezza.it .

Verrà effettuata una prima analisi di costi e sostenibilità operativa e fornita una prima consulenza. Per affidare l'incarico è necessaria la sottoscrizione del mandato investigativo.

richiedere un preventivo ed affidare un incarico

investigazioni assenteismo in tutta italia

OPERATIVI IN TUTTA ITALIA H24

Sigent è in grado nell'arco di una giornata di attivare incaricihi investigativi su tutto il territorio italiano.

Operiamo anche all'estero.

SIGENT è specializzata nelle investigazioni sull’assenteismo e sull’infedeltà dei dipendenti come investigazioni sull’assenteismo per malattia e infortunio, investigazioni abuso ed uso scorretto dei permessi legge 104, furti ed illeciti dei dipendenti, infedeltà soci, dispersione know how aziendale e notizie riservate, doppio gioco dipendenti, spionaggio aziendale interno; le operazioni investigative dell’agenzia investigativa SIGENT, il cui costo  orientativo è visibile sulle pagine del sito a fronte di un preventivo e una consulenza gratuiti comunque disponibili nelle modalità indicate, vengono eseguite dagli investigatori di SIGENT sotto coordinazione dell’investigatore privato titolare di licenza.

 

 

Dal blog- scenari giurisprudenziali

L'ordinanza della Cassazione-Sezione lavoro civile n° 11697/2020 fornisce uno spunto utile per poter tirare una riga, fare una sorta di bilancio giurisprudenziale, utile intanto all’avvocatura ma soprattutto agli operatori economici e agli addetti del settore investigativo.  Si tratta dell’ennesimo ricorso operato da un lavoratore licenziato a seguito di una investigazione aziendale sui dipendenti, questa volta nei confronti di una sentenza della Corte di Appello di Genova che, a sua volta, ne aveva già rigettato le istanze. Si tratta di un dipendente in infortunio che lamentava all’azienda “un trauma contusivo con lesione lacero contusa” che invece mentre era assente dal lavoro, poiché in infortunio, “si era in realtà dedicato ad attività fisiche, pedalando per ore e camminando per il centro cittadino con il figlio sulle spalle”, come recita il testo della sentenza e come dimostrato dalle investigazioni lavorative eseguite dalla società incaricata con adeguato apparato probatorio. Per alcuni aspetti la sentenza, essendo relativa ad un caso di assenteismo per infortunio e non a quello per malattia, è ancor più rilevante, in quanto, come noto, l’infortunio non presenta caratteristiche di reperibilità e di ispezione previdenziale simili a quelle della malattia. Il ricorrente obiettava l’illegittimità dell’azione dell’agenzia investigativa, invocando l’esenzione dalla reperibilità per i lavoratori subordinati. La Cassazione del Lavoro ritiene il ricorso infondato con questa motivazione: “va rilevato che congrua deve ritenersi la sussunzione della fattispecie e rispettosa del disposto di cui agli artt. 2, 3 e 4 L n. 300/70 essendo legittimo servirsi delle agenzie investigative per verificare l'esatto adempimento delle obbligazioni facenti capo al dipendente con riguardo a comportamenti tenuti al di fuori dell'ambito lavorativo disciplinarmente rilevanti (ex plurimis, Cass. n. 12810 del 22 maggio 2017)” e ancora “a guardar bene, infatti, non si verte in ipotesi di controllo datoriale circa l'esecuzione della prestazione ma, invece, di verifica e controllo di un comportamento extralavorativo illecito, fondata sul sospetto del mancato svolgimento illegittimo dell'attività lavorativa per l'insussistenza della incapacità lavorativa nel caso di specie invece presente”. La sentenza assume importanza proprio perché ribadisce che non va messo in correlazione l’aspetto previdenziale, in questo caso, in capo all’Inail, nella fattispecie di malattia, come noto, all’Inps, con il danno di produttività che l’impresa subisce allorché un dipendente perpetri in modo illecito un’assenza ingiustificata dal posto di lavoro. Il concetto è rafforzato anche dal ribadire che l’azione investigativa non è afferente al controllo dell’esecuzione delle prestazioni lavorative, vietato dalle normative e dallo statuto dei lavoratori, ma inerente a comportamenti tenuti al di fuori dell’ambito lavorativo tuttavia rilevanti disciplinarmente rilevanti. Quindi laddove vi sia il sospetto di un atto illecito da parte del dipendente, diviene legittimo per l’impresa avvalersi dell’agenzia investigativa al fine di produrre prove legalmente valide per poter sostenere un contenzioso lavorativo.Concetti talmente consolidati che nel dispositivo di sentenza si prosegue in questo modo: “in casi quali quello di specie nei quali il datore di lavoro sia indotto a sospettare che il mancato svolgimento dell'attività lavorativa sia riconducibile alla perpetrazione di un illecito anche il solo sospetto o la mera ipotesi che un illecito sia in corso di esecuzione giustifica l'espletamento del controllo (sul punto, fra le altre, Cass. n. 848/2015), né rileva la circostanza che si trattasse di infortunio sul lavoro e non di assenza per malattia e, quindi, non fosse richiesta reperibilità ed esperibile visita fiscale”. L’assenza di correlazione tra previdenza e produttività, tra obbligo di reperibilità e danno di produttività e diritto all’investigazione privata, viene nuovamente ribadita e rafforzata con riferimenti ancor più espliciti in questo passaggio. Il ricorrente presenta un ulteriore motivo di ricorso invocando la sproporzionalità tra la sanzione erogata dall’azienda e il proprio comportamento, paventando anche “l’ insussistenza dell'obbligo di rientro in anticipo sul periodo di inabilità risultante dalla certificazione INAIL”. Anche in questo caso è utile illustrare come l’organo di terzo grado abbia rigettato la motivazione ricorrente “va rilevato, al riguardo, che, secondo consolidata giurisprudenza di legittimità (cfr., sul punto, Cass. n. 25162 del 26 novembre 2011, nonché Cass. n. 20433 dell'Il ottobre 2011) le disposizioni dell'art. 5 della legge 20 maggio 1970, n.300, in materia di divieto di accertamenti da parte del datore di lavoro sulle infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente e sulla facoltà dello stesso datore di lavoro di effettuare il controllo delle assenze per infermità solo attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, non precludono al datore medesimo di procedere, al di fuori delle verifiche di tipo sanitario, ad accertamenti di circostanze di fatto atte a dimostrare l'insussistenza della malattia o la non idoneità di quest'ultima a determinare uno stato d'incapacità lavorativa e, quindi, a giustificare l'assenza”, proseguendo poi “nel caso di specie, la Corte d'appello ha ritenuto dimostrate tutte le circostanze di fatto oggetto della contestazione disciplinare posto che, come rilevato dal primo giudice con statuizione non oggetto di censura, tali circostanze hanno trovato conferma nelle dichiarazioni rese dai testi informatori ed ha adeguatamente motivato in ordine all'insussistenza di un comportamento improntato a correttezza e buona fede sulla base della perdurante assenza dal lavoro del dipendente nonostante l'intervenuta guarigione dimostrata dallo svolgimento di intensa attività ciclistica nonché di altre attività ludiche giudizialmente accertate”. In questa sentenza vengono nuovamente tracciati i confini tra legittimità dell’azione investigativa e diritti del lavoratore, sancendo in primo luogo il diritto dell’azienda di avvalersi dell’investigatore privato, laddove sia vigente anche il solo sospetto di una azione illecita da parte del dipendente, e in secondo luogo ribadendo che tali azioni investigative non possano essere riguardanti il controllo datoriale delle prestazioni lavorative. Quest’ultima sentenza concorre a modulare un apparato giurisprudenziale che traccia in modo oramai abbastanza esaustivo in quali casi l’azienda può utilizzare l’investigatore privato per verificare se il dipendente violi o meno l’obbligo di fedeltà e di correttezza nei confronti del datore di lavoro. E’ importante sottolineare di nuovo, a fronte di interpretazioni talora speciose, che è sufficiente i “mero sospetto”.1) Assenteismo per simulazione dello stato di malattia: come visto anche in questo ultimo dispositivo di sentenza, nulla attiene all’attività di investigazione aziendale, l’aspetto ispettivo e previdenziale di cui si occupa l’INPS; 2) Assenteismo per simulazione dello stato di infortunio: anche in questo caso vale il discorso precedente, così come nulla afferisce il mancato obbligo di reperibilità a fronte di infortunio, soprattutto laddove si perpetra indebitamente e scorrettamente l’assenza per infortunio; 3) Assenteismo per uso scorretto dei permessi in base alla Legge 104: giurisprudenza meno storicizzata ma convergente sotto il profilo dell’attività investigativa, demandando agli organi competenti la valutazione degli elementi probatori reperiti dall’agenzia investigativa e la proporzionalità della sanzione disciplinare in merito al grado di infrazione 4) Infedeltà del dipendente: casi in cui il dipendente opera per imprese concorrenti o svolga attività incompatibili al mantenimento dell’obbligo di fedeltà e correttezza, nel periodo di assenza; Questi sono i casi che sono riguardanti l’attività del dipendente durante il periodo di assenza dal lavoro, occorre tuttavia anche esaminare il resto dello spettro delle investigazioni aziendali possibili a supporto del settore risorse umane dell’impresa. Sigent Investigazioni, azienda specializzata nelle investigazioni aziendali sui dipendenti, offre, come altri istituti investigativi del settore, un dek di servizi dedicati all’ausilio della Human Resources Management. Infatti se l’assenteismo dei dipendenti investe gran parte delle occorrenze di gestione del personale, per quanto riguarda gli affidamenti di incarichi agli investigatori privati, certamente il supporto di agenzie specializzate, seppur debba essere considerato una sorta di estrema ratio e non un controllo sistematico che investa l’intero parco dipendenti, non esaurisce certamente i casi in cui un’azienda ha esigenze e può rivolgersi ai detectives privati. Un’altra gamma di indagini è quella che afferisce al tema della infedeltà. L’infedeltà interna non comporta un “semplice” danno di produttività come l’assenteismo bensì cagiona all’impresa un danno sistemico, andando a minacciare direttamente il know how ed il valore aggiunto, nonché il cosiddetto patrimonio immateriale.
Si parla anche di informazioni di valenza strategica quali processi aziendali e progetti industriali ma anche di informazioni economicamente rilevanti come quelle su clienti e fornitori; il principio del “patto fiduciario” che deve intercorrere tra datore di lavoro e dipendente viene messo in discussione dalle fondamenta allorché il dipendente si mostri concretamente aduso a lavorare a danno dell’impresa e in spregio dei suoi interessi. I principi basici della legittimità dell’azione investigativa, emersi e consolidati negli ultimi anni da varie fonti normative, tra cui spiccano quelle della Corte di Cassazione, sono più o meno ricorrenti: - L’azione investigativa deve avvenire al di fuori dell’espletamento delle mansioni lavorative, fuori dal contesto dell’azienda - Deve vigere un principio di proporzionalità tra il diritto che l’azienda deve far valere e quello che viene interessato dall’azione di investigazioni. Al riguardo va chiarito che l’azione investigativa per sua stessa natura è invasiva ed invade la privacy dell’investigato, pertanto deve sussistere il sospetto di un danno la cui lesività agli interessi aziendali e/o al rispetto del patto fiduciario, sia tale da giustificare l’intervento investigativo
- Vi deve essere adeguato trattamento dei dati sensibili da parte sia dell’azienda che dell’agenzia investigativa, con norme che l’Autorità Garante ha definito e che sono costantemente oggetto di aggiornamento, a tutela di tutte le parti coinvolte, in primis, in questo specifico ambito tematico, i dipendenti stessi 
E’ chiaro che il sospetto di un’azione di infedeltà del dipendente ai danni dell’impresa costituisce una valenza legalmente adeguata ad innescare la legittimità dell’azione investigativa, poiché se il sospetto venisse confermato dagli elementi di prova eventualmente raccolti dall’investigatore privato, sarebbero direttamente interessati il rapporto di buona fede, fedeltà e correttezza nonché si profilerebbero anche altri illeciti di carattere civile, e, in talune circostanze, di rilevanza addirittura penale.
Parlando di illeciti, anche penali, non si può non citare anche le nuove circostanze normative che devono guidare l’operato degli investigatori privati e delle imprese che li assumono, per contrastare fenomeni purtroppo in crescita all’interno dei circuiti aziendali, quali furti, danneggiamenti, sabotaggi ed appropriazioni indebite. Se lo statuto dei lavoratori ha chiarito, anche in sede della recente riforma del Job Act, che l’uso di strumentazione audio/visiva per monitorare l’operato dei dipendenti anche a distanza, sia lecito ma solo per la tutela della sicurezza e del patrimonio aziendale nonché se funzionale ad esigenze produttive ed organizzative, rimane vigente il principio in base al quale il lavoratore non possa essere oggetto di sorveglianza quando lavora e quando si trova all’interno delle mura domestiche. L’installazione di tali apparecchiature ed il loro uso, in casi pertinenti e di particolare gravità, con l’ausilio di investigatori aziendali, è consentito, previo accordo con le rappresentanze sindacali e tenendo presenti i presupposti giuridici che hanno guidato lo spirito legislativo. La convinzione di “essere nel giusto” da parte dell’impresa, sovente fondata sotto il profilo etico, non può prescindere dal recinto normativo entro il quale l’agenzia investigativa si deve muovere, a tutela del cliente, al fine di non disperdere il valore di prove raccolte che si rivelino impresentabili e controproducenti processualmente. Benché occorra riconoscere come la giurisprudenza sia evoluta negli ultimi anni sedimentando con le varie sentenze un quadro più o meno netto, restano zone d’ombra, facile sponda per eventuali ricorsi da parte di dipendenti infedeli ed assenteisti assistiti dai loro legali rispettivi. Rivolgersi ad un’agenzia specializzata in investigazioni aziendali è certamente auspicabile quale che sia il caso in oggetto e quale che sia la dimensione dell’azienda. 

Da www.investigazionisuidipendenti.com - L'assenteismo aziendale

L’assenteismo sul posto di lavoro ha assunto proporzioni tali da assumere le caratteristiche di una vera e propria piaga che affligge il sistema produttivo.

Senza avere la presunzione di poter essere una fonte autorevole di approvvigionamento dei dati, SIGENT si pone l’obiettivo di far giungere con il proprio modesto contributo, alcuni dati noti e consolidati soprattutto nel mondo industriale anche alle molte PMI che sono nostre clienti o che quotidianamente visitano il nostro portale web.

I costi dell’assenteismo sono DIRETTI e quindi innescati automaticamente dal fenomeno e INDIRETTI cagionati da una catena di conseguenze che parte dalla diffusione all’interno di una struttura imprenditoriale.

COSTI DIRETTI

-        Riduzione della produttività aziendale

-        Costo della prestazione non erogata

-        Spese per coprire l’assenza di personale

-        Spese e costi per sopperire all’interruzione della regolare attività

COSTI INDIRETTI

-        Riduzione della qualità dei prodotti/servizi

-        Peggioramento della customer satisfaction

-        Peggioramento del clima aziendale

A livello nazionale in uno studio AIDP si stima che l’assenteismo valga addirittura 1% del PIL italiano.

Dall’analisi di Confindustria sul mercato del lavoro sono emerse alcune istantanee che vale la pena riepilogare:

-        Il tasso delle assenze sulle ore lavorabili si attesta intorno al 7%

-        Il tasso di assenze cresce in proporzione alla classe dimensionale dell’impresa

-        La causa più frequente è la malattia non professionale

CLASSIFICA ASSENTEISMO – MOTIVAZIONI

-        Malattia non professionale          3,20%

-        Congedi retribuiti                           1,50%

-        Altri permessi retribuiti                 1,20%

-        Altre assenze non retribuite         0,50%

-        Infortuni e malattie pro                0,40%

-        Sciopero                                           0,20%

-        Ore di assemblea                            0,10%

Il tasso di assenteismo decresce con il salire delle mansioni aziendali, dirigenti e quadri si assentano di meno rispetto ad impiegati ed operai.

 

 

Altre indicazioni interessanti emerse dallo studio risiedono nella crescita del tasso di assenteismo proporzionalmente all’aumento dell’età ma soprattutto nella minore diffusione nelle realtà di piccole dimensioni.

-        Aziende con oltre 100 addetti                                   7,8%

-        Aziende tra 16 e 99 addetti                                        5,3%

-        Aziende con 1-15 addetti                                           4,9%

Inoltre nell’industria il tasso medio è del 6,7% mentre nei servizi del 7,4%.

Ma al di là delle statistiche occorre ben delineare cosa si intende per assenteismo; si è visto dai dati, infatti, che parte delle ore non lavorate sono ascrivibili a forme fisiologiche e “lecite” di assenza dal luogo di lavoro.

Come si manifesta l’assenteismo?

-        Uso smodato ed eccessivo di permessi retribuiti

-        Ricorso sistematico alla malattia

-        Assenze ingiustificate dal lavoro

-        Mancato rispetto degli orari in entrata/uscita

L’assenteismo può avere molteplici motivazioni fondanti all’interno delle diverse realtà d’impresa, e può essere contrastato sia con politiche e strumenti di natura preventiva sia con strumenti “repressivi”.

In merito alla prevenzione, riteniamo, da osservatori esterni che l’adozione di politiche equilibrate di incentivazione dei lavorati comporti nel tempo una riduzione sistemica del tasso di assenteismo all’interno dell’azienda.

Tra le politiche adottate dalle imprese per attuare un adeguato risk management vogliamo elencare alcune delle misure più frequenti ed efficaci:

-        Adozione dell’orario flessibile, soprattutto in periodi di picco di produzione o stagionali

-        Incentivazione del part time

-        Team building, sistemi premianti per il lavoro di squadra

-        Turnover delle mansioni, allargamento dei compiti assegnati

-        Coinvolgimento comunicativo delle risorse umane sui risultati aziendali

-        Iniziative di miglioramento del clima aziendale

-        Colloqui periodici per monitorare la soddisfazione dei dipendenti

-        Motivazione personale, investimenti sulla formazione e l’aggiornamento

-        Premi di produttività

Ci sono poi una serie di iniziative tese al miglioramento della qualità della vita che si possono riassumere nel concetto di Welfare Aziendale, che, soprattutto in fasi congiunturali non favorevoli, come quella attuale, possono essere di complicata concretizzazione ma che certamente comportano un miglioramento del clima aziendale, delle performances produttive e del senso di corporate identity.

Ci sono poi gli strumenti repressivi, adottati dalle imprese al fine di risolvere le questioni di eccessiva criticità, tra i quali ovviamente spiccano le investigazioni aziendali sui dipendenti contro l’assenteismo, di cui faremo un cenno in fase successiva, essendo l’argomento da noi ampiamente dibattuto sotto il profilo tecnico e giuridico nei nostri portali.

-        Sanzioni disciplinari

-        Malus sulle assenze a ridosso dei periodi festivi

-        Lettere di contestazioni formali

-        Aumento del ricorso alle visite fiscali

Certamente l’investigazione aziendale sui dipendenti viene considerata come l’ultimo tassello, sovente, di una serie di azioni, una sorta di cartellino rosso dopo svariati cartellini gialli.

Le aziende utilizzano, per quanto riguarda l’assenteismo, gli investigatori privati come strumento di acquisizione di prove giudizialmente valide, ma la decisione sul destino del dipendente è già stata presa, in un modo o nell’altro; da questo tipo di approccio allo strumento investigativo scaturisce espressamente la decisione dell’azienda di licenziare il dipendente interessato, considerato non produttivo ed irrecuperabile.

Questo atteggiamento, comprensibile in moltissimi casi, non esaurisce tuttavia la chiave di utilizzo delle imprese rispetto alle investigazioni sull’assenteismo dei dipendenti; possiamo testimoniare che pur partendo da situazioni di criticità, non sempre l’azienda vuole utilizzare le prove raccolte per interrompere necessariamente il rapporto di lavoro e giungere allo scontro legale.

Talora l’apparato probatorio consegnato al management dell’azienda viene utilizzato in qualche maniera al fine di recuperare il dipendente, magari in un rinnovato progetto del patto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore che parta da più schietti presupposti.

Certamente l’uso delle investigazioni per monitorare simulazioni di malattie, infortuni o permessi 104 non rientra nelle politiche di risk management ma bensì di critical management e, sovente, i risultati delle azioni investigative sono utilizzati come “esempi” in ambienti di lavoro ove evidentemente qualcosa non funziona endemicamente nei rapporti tra vertici e lavoratori dell’impresa.

Probabilmente la modulazione dello strumento investigativo nel quadro complesso della gestione delle risorse umane va calibrata in modo differente in relazione a diversi quadri specifici delle imprese interessate e anche dei singoli lavoratori.

Forse occorrerebbe idealmente miscelare una politica preventiva (che peraltro è dimostrato sia anche efficace in termini di produttività) volta all’incentivazione e su tale base innescare un uso più frequente delle investigazioni aziendali a sostegno di azioni legali e sanzioni severe laddove vi siano dipendenti che palesano quindi una tendenza assenteista al limite dell’infedeltà vera e propria.

Da osservatori parziali, ma confortati dal confronto frequente e talora sistematico anche con altri operatori del nostro settore, possiamo affermare che le aziende hanno un approccio molto diverso al problema e attuano politiche estremamente polverizzate al riguardo.

Abbiamo avuto modo di rilevare casi dove l’assenteismo sistematico aveva proporzioni tali da incidere pesantemente sui tassi di produttività ma dove le aziende per la prima volta facevano ricorso alle investigazioni aziendali, magari perché strumento non gradito al consulente legale fiduciario.

In altre occasioni, di minore rilevanza statistica,  l’utilizzo dell’agenzia investigativa in relazione alla situazione aziendale ci è parso forse eccessivo rispetto alla situazione dell’azienda e anche del singolo lavoratore.

Non è compito dell’agenzia investigativa come fornitore del servizio interloquire con l’azienda sulle politiche di gestione delle risorse umane, ce ne rendiamo conto, tuttavia, laddove si è creato un rapporto si stima e collaborazione nel tempo, siamo stati coinvolti in varie fasi dei processi HR , ad esempio nei processi di assunzione ma anche di monitoraggio delle assenze al fine di fornire informazioni inerenti le possibili motivazioni ; un altro tassello operativo è quello dell’utilizzo di infiltrati in contesti dove vi sono molti dipendenti per avere un termometro del clima aziendale, comprendere le istanze dei lavoratori che portano poi a concretizzare talora il malcontento innalzando i tassi di assenteismo.