SIGENT è una società specializzata nelle investigazioni aziendali, settore nel quale opera da oltre 25 anni, annoverando clienti del settore GDO, multinazionali, public company e soprattutto PMI.
L’esigenza di condurre un’analisi sulle investigazioni aziendali nasce anche dalla mancanza di riferimenti che vengono prospettati al mondo imprenditoriale, salvo poche ma qualificate eccezioni; il fine di è mettere in grado le imprese di comprendere le articolazioni operative possibili, gli scenari giuridici e normativi, i criteri di engaging che possono essere consigliati al fine di non disperdere risorse ed opportunità.
Uno studio pubblicato in un articolo su IL GIORNO, evidenzia, sulla base di dati forniti dall’Osservatorio Nazionale Investigazioni, come il giro di affari complessivo delle business investigations, le investigazioni aziendali, sia di oltre 300 milioni annui.
L’analisi sciorina dati che pongono la Lombardia al vertice del ranking per quanto concerne le richieste, seguita da Lazio e Toscana.
Un valore di mercato che si accompagna all’evoluzione dello scenario competitivo sia sotto il profilo della domanda che sotto quello dell’offerta.
Partendo dal settore, oggi le società investigative sono circa 3.000 di cui una buona quota diciamo 1/3 complessivamente, dislocate in Lombardia e Lazio. Il settore è estremamente polverizzato, storicamente, frutto di una dinamica che solo nel 2010 ha visto una decisiva azione di riforma normativa cha ha inciso sulle prospettive, sugli investimenti e sull’offerta formativa.
Oggi il profilo medio di un Istituto Investigativo è quello di una piccola impresa con pochi collaboratori, che spazia nei vari comparti di specializzazione dalle indagini private alle informazioni commerciali, dalle indagini assicurative alle investigazioni aziendali.
Nel selezionate una società di investigazioni aziendali alla quale affidare un incarico è consigliabile appurare se abbia o meno un’esperienza specifica ed una conoscenza della materia, dando per scontata la capacità tecnica, sancita dall’autorizzazione prefettizia in virtù della quale l’investigatore svolge la propria attività.
E’ sufficiente un piccolo briefing prima di conferire un mandato investigativo per rendersi conto se l’interlocutore abbia esperienze specifiche e conoscenze sia operative che normative sulle fattispecie di indagine che afferiscono il caso di interesse.
Si consiglia, senza inutili fronzoli dialettici, di privilegiare strutture che, indipendentemente dalla classe dimensionale, spesso ininfluente, abbiano un expertise consolidato e operino costantemente in un settore che oltre alla capacità tecnico-operativa richiede un costante aggiornamento professionale, anche in termini giurisprudenziali.
Oggi il settore investigativo che conta poco meno di 15.000 addetti, come desunto dai dati di FEDERPOL, l’associazione più rappresentativa degli investigatori italiani, è in grado di offrire alle aziende una qualificata complessità di servizi che trascendono i canali tradizionali dell’assenteismo dipendenti e spaziano dalla diligence fino alle indagini per la tutela del credito e a supporto della concorrenza e del mercato.
Le investigazioni aziendali investono molti cruscotti del processo decisionale in capo al management aziendale, dall’ACF (Amministrazione Controllo Finanza), alla gestione delle risorse umane (HR) fino ai processi decisionali di rilevanza strategica e direzionale.
SIGENT opera sinergicamente da anni con alcune aziende primarie dello scenario nazionale, non episodicamente come di solito accade quando si parla di investigazioni aziendali; si tratta di un approccio che, ovviamente non è di nostra esclusiva pertinenza, che muta anche il ruolo dell’investigatore aziendale, il quale non opera più solo in chiave di “crisis management” ma anche e soprattutto in ottica di “risk management”, programmando interventi di natura strutturale e preventiva.
Proseguendo nella definizione delle aree di intervento va chiarito e sottolineato come l’utilizzo delle investigazioni aziendali da parte delle imprese sia concentrato attualmente in modo marcato in chiave di HR MANAGEMENT, di gestione delle risorse umane.
In cima ad una virtuale classifica è senza dubbio questo il settore di riferimento da parte delle imprese, escludendo aprioristicamente le informazioni commerciali, essendo in Italia la business information, divenuta una sorta di commodity ad appannaggio di società di taglio modestamente investigativo, le cosiddette “banche dati”, quindi escludendo tale attività dalle investigazioni aziendali propriamente dette.
Nell’ambito della gestione del personale sono diversi i comparti specifici di interesse delle indagini aziendali:
- ASSENTEISMO
- INFEDELTA’ INTERNA
- ILLECITI
- PRE EMPLOYMENT
I direttori del personale e gli HR Manager interfacciano gli investigatori aziendali al fine, solitamente, di gestire eventi critici che mettono a rischio la produttività, il clima aziendale, gli equilibri interni.
Il fenomeno dell’assenteismo, in tutte le sue possibili articolazioni, impatta notevolmente sugli indicatori aziendali, cagionando danni, solo parzialmente controbilanciati dalle note coperture previdenziali ed assicurative.
E’ bene sottolineare come gli sviluppi giurisprudenziali ormai consolidati consentano all’azienda di intervenire attraverso l’ausilio dell’investigatore privato per raccogliere gli elementi probatori conformi giuridicamente ed efficaci processualmente per adottare i provvedimenti disciplinari, anche estremi, verso dipendenti scorretti ed assenteisti.
La misurazione degli effetti sulle imprese, le motivazioni che presiedono il fenomeno dell’assenteismo e gli ambiti operativi d intervento sono trattati nel nostro focus sull’assenteismo nel portale Sigent ma possiamo anche citare, esemplificativamente, gli studi Ayming recentemente pubblicati, e diversi articoli di stampa e approfondimenti su vari siti associativi e testate autorevoli.
Nelle investigazioni contro l’assenteismo dei dipendenti gli ambiti principali di applicazione sono i seguenti:
- INVESTIGAZIONI SULL’ASSENTEISMO PER FINTA MALATTIA
- INVESTIGAZIONI SULL’ASSENTEISMO PER SIMULAZIONE DI INFORTUNIO
- INVESTIGAZIONI PER L’USCO SCORRETTO DEI PERMESSI DELLA LEGGE 104
Rimandiamo sempre al FOCUS sul nostro portale per ulteriori approfondimenti anche di natura tecnico operativa che demarcano le differenze di approccio e metodo sulle casistiche menzionate, ma ci soffermiamo brevemente sulle indagini per l’uso dei permessi ex L. 104.
Infatti mentre la giurisprudenza sull’assenteismo per malattia ed infortunio è ormai “matura” e sedimentata da molteplici sentenze, per quest’ultima fattispecie si è giunti egualmente allo stesso risultato ma in tempi più recenti quindi è bene sottolineare come diverse sentenze della Corte di Cassazione abbiano ampiamente chiarito quali sono i limiti di intervento dell’azienda, e di conseguenza delle agenzie investigative, e come sia possibile perseguire disciplinarmente il dipendente “furbetto” fino anche, nei casi più gravi, ad adottare i provvedimenti di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo.
Ovviamente la piaga dell’assenteismo, per quanto rilevante, non esaurisce lo spettro delle criticità nella gestione del personale dipendente.
Meno diffuso numericamente ma molto più insidioso è il fenomeno della INFEDELTA’ INTERNA.
Un’insidia trasversale che investe tutti i gradi del personale aziendale dai soci ai dirigenti fino alle maestranze e al personale dipendente.
L’infedeltà interna afferisce più tuttavia alla branca della Concorrenza sleale più che all’HR Management. In ogni modo politiche corrette di controllo del personale e del clima aziendale anche in chiave preventiva sarebbero opportune al fine di scongiurare poi rischi enormi che afferiscono il know how, il patrimonio immateriale, le notizie di carattere strategico, il portafoglio clienti.
L’infedeltà interna parte infatti da leve motivazionali disparate e si conclude, se non contrastata per tempo, con danni sovente rilevanti e talora irrimediabili poiché frutto di azioni combinate dall’interno e da interessi esterni e spesso concorrenziali agli interessi aziendali.
Si pensi al caso dei cosiddetti “commerciali infedeli”, coloro che tessono e curano i rapporti con i clienti, piuttosto che ai tecnici ovvero coloro che sono depositari dei processi di produzione, della filiera di approvvigionamento, dei progetti industriali o aziendali in genere
Più raro è l’insorgere della infedeltà aziendale dei soci che come facilmente immaginabile ha un coefficiente di rischio altissimo.
Contrastare questo fenomeno è possibile attraverso attività investigativa specializzata che metta in campo le normali tecniche di indagine combinate ad azioni più specifiche e talora ad ausilio tecnologico avanzato.
Proseguendo nello spettro delle investigazioni aziendali per la gestione delle risorse umane, non si può certo tralasciare le indagini per illeciti commessi dai dipendenti; azioni, a volte di rilevanza penale, che investono varie casistiche e possono essere inerenti al furto, alla truffa o all’appropriazione indebita.
Ammanchi di cassa, dispersioni nella filiera logistica e di approvvigionamento e distribuzione, sono alcuni dei casi più comuni per questo tipo di investigazione aziendale.
Le prove acquisite, ovviamente, hanno validità giuridica e processuale e, come detto, sono rilevanti sia ai fini del contenzioso lavorativo sia di eventuali azioni penali. Gli sviluppi normativi degli ultimi anni hanno poi contribuito ad agevolare l’azione investigativa rendendola, con determinati presupposti, lecita anche all’interno dell’azienda.
Infine, esaurendo la tematica delle investigazioni aziendali sulle risorse umane, occorre fare un cenno, senza dubbio, alle indagini pre assunzione; inserire un dipendente o un dirigente all’interno dell’organigramma aziendale è una scelta che deve essere consapevole poiché indubbiamente rilevante, per cui è consigliabile agire nei recinti normativi vigenti, al fine di acquisire tutti gli elementi informativi utili per il supporto decisionale.
Nello scenario competitivo attuale, il supporto investigativo è divenuto essenziale per poter agire con tranquillità e difendersi da insidie concorrenziali che minano la stabilità del progetto di impresa.
Come noto, il patrimonio aziendale, non è formato solo dal portafoglio clienti ma dal proprio patrimonio immobiliare costituito da marchi, schemi e filiere di produzione, catene logistiche e di approvvigionamento, brevetti industriali.
Si tratta di elementi che insieme al fattore umano concorrono a formare e modulare il valore aggiunto di un’impresa.
Spesso si tratta di asset che sono frutto di un processo evolutivo che dura anni se non decenni, si pensi al valore di un marchio e alla sua riconoscibilità sul mercato che si è guadagnata con anni di consolidamento del proprio valore e della propria immagine.
Come abbiamo approfondito nel nostro FOCUS SULLE INVESTIGAZIONI ANTI CONTRAFFAZIONE, vi sono molteplici normative, italiane, europee ed internazionali che mirano a tutelare questo patrimonio e leggi che colpiscono la cosiddetta concorrenza sleale che si concretizza in diverse possibili articolazioni fattuali quali la violazione della disciplina sui marchi e sui brevetti industriali, la violazione dei contesti normativi che disciplinano la concorrenza, il mercato e la comunicazione pubblicitaria, le leggi che contrastano fenomeni come dumping fiscale, spionaggio industriale, abuso di posizione dominante (antitrust).
Questo insieme di tutele giuridiche, spia dell’estensione del fenomeno, è insufficiente a tutelare in modo esaustivo gli interessi delle imprese.
Dallo studio dell’UIBM – MISE, ad esempio, si è potuto accertare come il danno della contraffazione abbia colpito le aziende italiane per un valore di oltre 7.000 milioni di euro, investendo pesantemente settori come agroalimentare, tessile e calzature, macchinari industriali, farmaceutico, giochi e giocattoli, materiale audio visivo.
Un attacco micidiale contro marchi aziendali, brevetti industriali e diritto d’autore che colpisce al cuore il nostro made in italy.
La concorrenza sleale non è concretizzata tuttavia solo con le azioni contraffattive ma anche facendo leva sull’infedeltà interna, oppure in aperta violazione delle leggi che regolano il mercato.
Le azioni di concorrenza sleale infatti sono spesso afferenti a violazioni conclamate della regolamentazione competitiva, comportando un indebito vantaggio all’azienda scorretta a danno del business delle imprese che rispettano le norme.
Sovente tale azione si articola in dispregio di patti di non concorrenza privati che sono frutti di accordi transattivi tra due o più parti; si pensi, ad esempio, ad accordi di cessioni di attività che contemplano il divieto per la parte cedente di intraprendere analoghe iniziative per un arco di tempo predeterminato.
Sigent vanta una pluriennale esperienza in questo tipo di investigazioni che si concludono con elementi probatori decisivi che inchiodano l’azienda sleale in contesti processuali dove il committente non solo riesce a vincere un contenzioso ma spesso ad ottenere un risarcimento dei danni subiti.
A tale riguardo occorre ricordare come l’agenzia di investigazioni aziendali deve possedere il giusto grado di competenza ed esperienza, sapendo ad esempio quale sia la rilevanza nel dimostrare il dolo del concorrente sleale.
Infatti, spesso, è proprio il dolo ad essere il fattore discriminante nel poter consentire al committente di procedere alla richiesta di risarcimento.
I competitors sleali sovente beneficiano del valore aggiunto dell’impresa che si rivolge a noi, contraffacendone la produzione, utilizzando segni distintivi che generano confusione (marchi che richiamano quelli delle aziende), oppure usando contrassegni commerciali falsi (marchi contraffatti), utilizzando anche nomi che generano confusione nel potenziale acquirente sia nella filiera btc sia in quella btb.
Il marchio e la sua integrità possono essere insidiati anche nei canali distributivi, in specie sulle piattaforme telematiche del web, che consentono anche attraverso i marketplaces la circolazione di beni e prodotti o di servizi che difficilmente possono essere totalmente controllabili.
Anche in questo caso sono necessari all’interno dell’istituto investigativo i giusti skill e le adeguate competenze a fronteggiare questa tipologia di fenomeni interessati da una giurisprudenza che pur aggiornata, non sempre è in grado di contemplare i nuovi scenari fattuali della concorrenza sleale e della contraffazione.
Infatti proprio la mutazione del contesto distributivo ha reso più complessa ed articolata la lotta alla contraffazione e più difficile anche l’azione investigativa aziendale finalizzata ad identificare sia lotti contraffatti che le fonti della sorgente contraffattiva.
L’intervento di SIGENT si dispiega in molteplici sfere di intervento, dalla tutela del marchio aziendale o del brevetto industriale fino al contrasto dei comportamenti sleali in disprezzo dei contesti normativi che regolano i meccanismi competitivi.
La complessità del contesto di competizione richiede quindi anche una corretta gestione dei rischi, un’azione preventiva che non è inerente solamente al cosiddetto valore aggiunto, i processi decisionali dell’impresa necessitano quindi di un adeguato supporto finalizzato a temperare le rischiosità potenziali.
Per questo si parla di due diligence investigativa o di IDD Investigative Due Diligence.
Infatti la necessità pressante sulle imprese di procedere a fenomeni aggregativi o di networking al fine di rimanere competitive su un mercato la cui scala diviene sempre meno locale e sempre più globale, comporta di conseguenza l’esigenza della dotazione di strumentazione decisionale adeguata anche e soprattutto di carattere investigativo.
La due diligence è il processo che normalmente presiede ed accompagna una importante transazione aziendale richiede ormai di default il coinvolgimento di agenzie di investigazione aziendale nel contesto di team multidisciplinari che affiancano i livelli decisionali.
Sigent si pone come anello di completamento dello staff fiduciario dell’impresa per consentire all’ente decisore di ottenere i dati riservati e funzionali a comprendere gli elementi necessari e gli scenari possibili.
I contesti dove un’azione investigativa aziendale diventa vitale sono illustrati nell’approfondimento tematico presente sul nostro blog, ma in questa sede possono essere riassunti sinteticamente, partendo dalle operazioni di acquisizione e compravendita di aziende o rami di impresa, in scenari di concentrazione industriale attraverso, ad esempio, processi di fusione ed incorporazione, nelle operazioni di sinergia industriale e composizione di trust o filiera, nelle concessioni di marchi o di licenze d’USO.
Altro aspetto del management che ricorre spesso all’ausilio investigativo aziendale è quello della gestione del credito.
In ottica preventiva, di credit risk management, i credit manager fruiscono in modo sistematico di strumenti quali la business information, le informazioni commerciali, che, tuttavia, ormai solo in minima parte sono frutto di azione investigativa, in quanto, l’esigenza di tempi rapidi di erogazione dei report informativi, hanno spinto le imprese a privilegiare l’uso delle banche dati erogate online, fondate sull’aggregazione di dati ufficiali (bilanci, dati camerali, eventi pregiudizievoli finanziari, dati immobiliari) piuttosto che integrare il dato ufficiale con le notizie ufficiose, come sino a non molti anni fa era consuetudine di mercato.
Tuttavia non solo con l’occorrenza di particolari eventi si ricorre alle investigazioni aziendali, come nei processi di diligence, ma anche a fronte di importanti forniture o di affidamenti sistemici che comportano l’esigenza di una approfondita indagine commerciale.
Molto più frequente è l’uso di investigazioni aziendali nel post fido, allorché quindi il processo di gestione del rischio inerente alla concessione di credito commerciale, non hanno funzionando a dovere, innescando criticità che portano ad incagli o sofferenze.
Le indagini per recupero crediti spaziano dal classico rintraccio del debitore, per poter identificare residenza o domicilio, ai fini di effettuare una corretta notifica degli atti giudiziari fino alla verifica delle giacenze bancarie o postali per poter effettuare pignoramenti presso terzi.
Si tratta di rapporti informativi che hanno a monte un’azione investigativa, elenchiamo i seguenti:
- Rintraccio debitori (verifica della residenza e/o del domicilio)
- Rintracci bancari (verifica dei conti bancari, dei rapporti postali con o senza indicazione delle giacenze)
- Rintraccio posto di lavoro (accertamento di redditi da lavoro dipendente o pensione)
- Rintraccio eredi (verifica degli eredi o del potenziale asse ereditario)
- Indagini patrimoniali (immobili, autoveicoli e mezzi)
Ma non sempre è semplice identificare asset patrimoniali e reddituali per poter tutelare il proprio diritto creditizio; sovente occorrono accertamenti di natura investigativa, come il rintraccio di appalti e commesse aziendali, la verifica dei cantieri edili in corso, l’identificazione di redditi da canoni locativi,
Infine si richiede l’intervento di un investigatore privato aziendale quando, soprattutto nell’ambito di procedure concorsuali o contenziosi complessi, è necessario raccogliere un adeguato apparato probatorio per supportare le azioni di revocatoria atti.